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17-03-2021

È giusto chiedere la benedizione cattolica delle coppie omosessuali?

Il papa Francesco ha proibito le benedizioni alle coppie omosessuali con un documento del 15 marzo 2021. Là ha spiegato anche cosa sono le benedizioni, ciò che gli interessati possono facilmente leggere nel sito vaticano. Qui vorrei condividere la mia esperienza con le benedizioni – come teologo e credente, e soprattutto, come sacerdote cattolico in relazione matrimoniale con l’uomo che amo. È una relazione matrimoniale che rispetta il mio naturale orientamento sessuale, il quale non è rispettato, ma offeso dalla mia chiesa. Molti vorrebbero che la chiesa, pur non riconoscendo il diritto a matrimonio delle persone non-eterosessuali, almeno accettasse di benedire la loro capacità d’amare. Probabilmente pensano che potrebbe essere il primo passo d’accettazione ecclesiale della realtà, che le faciliterebbe in futuro accettare il matrimonio, come sacramento d’amore a cui hanno diritto tutte le persone umane e nello stesso tempo presentare questo cambio come un “coerente sviluppo” senza ammettere il secolare e ormai imperdonabile errore. Molte persone LGBTIQ+ anche vorrebbero questa benedizione cattolica.

Io, come teologo, sacerdote e credente omosessuale, sposato con la persona che amo, non la vorrei mai. Mai non chiederei una benedizione di questo tipo. La considero una soluzione offensiva per la dignità delle persone omosessuali e per il loro amore. In realtà, accettare una tale benedizione cattolica da parte delle coppie omosessuali equivale ad ammettere che loro sono i credenti “di seconda classe”, comunque difettosi o mancanti rispetto alle coppie eterosessuali, alle quali è riservato l'accesso al matrimonio. In altre parole: chiedendo o accettando l’introduzione della benedizione alle coppie omosessuali nell’attuale regime del matrimonio cattolico riservato ai soli eterosessuali significa ipso facto ammettere che soggetti omosessuali sono inferiori, incompleti e imperfetti, non del tutto degni del matrimonio. A quei credenti difettosi spetterebbe una benedizione, come una sorta di “surrogato”, di una “brutta copia” rispetto al sacramento del matrimonio. Questa benedizione sarebbe una sorta di consolazione, che gli dovrebbe accontentare, ma che farebbe anche riconoscere e istituzionalizzare la loro inadeguatezza. Se chiedono quella benedizione per le loro unioni d’amore, riconoscono ipso facto che non sono degni del matrimonio.

Perciò, a mio parere, i cattolici LGBTIQ+ non dovrebbero mai cercare, domandare o accettare questo tipo di benedizione “surrogata”. È contro di loro, perché li segna e stigmatizza come inadeguati all’amore matrimoniale e alla relazione sacramentale. È una richiesta e una tattica di lotta per i propri diritti umani nella chiesa che considero suicida, contraria e offensiva alla nostra identità e dignità.

Ugualmente, ritengo che è un errore della lotta per i diritti umani delle donne nella chiesa cattolica chiedere la loro ammissione al diaconato e non all’intero sacramento del sacerdozio. Accettando che in un futuro le donne potranno diventare diaconesse e non sacerdotesse, si riconosce ancora una volta la loro inferiorità rispetto ai maschi, ai quali continuerebbe ad essere riservato sacerdozio nel senso pieno. Accettare essere diaconesse, senza poter diventare sacerdotesse è riconoscere e continuare comunque d’essere le cittadine della chiesa “di seconda classe”. Le donne, per essere coerenti e rispettose della propria dignità umana, non dovrebbero chiedere alla Chiesa di riflettere se potrebbe cominciare a ordinarle diaconesse, ma devono chiedere direttamente il rispetto completo dei loro diritti umani a tutti i sacramenti cattolici, compresi tutti i gradi del sacerdozio. Chiedere solo un cambio parziale (diaconato senza sacerdozio) significa rispettarsi solo parzialmente. Accettare d’essere diaconesse in un clero sacerdotale maschilista e patriarcale significa solo riconoscersi nella posizione di serve suddite, schiave obbedienti e servizievoli. Le donne non possono permettersi una tale nuova umiliazione, che sarebbe venduta come un progresso, riforma a loro favore.

Così anche le persone omosessuali non possono accettare una benedizione che istituzionalmente gli configura come incapaci del matrimonio. Questo sarebbe contro la loro dignità creaturale e cristiana. Sarebbe di nuovo una riforma che più gli umilia, invece di riconoscere la loro verità umana e credente.

Nella lotta per i diritti umani nella chiesa cattolica, che – a mio parere – non è ancora realmente iniziata, non si possono accettare più le soluzioni parziali o provvisorie, eventualmente offerte dall’istituzione, perché sarebbero solo una riproposta del sistema patriarcale dell’inferiorizzazione dell’altro e di mantenimento di una discriminazione e inegualità. La lotta per i diritti umani deve essere radicale e può accettare solo le radicali conversioni del sistema al vangelo, perché radicale è anche l’offesa della persona nelle costruzioni dogmatiche imposte attualmente da quel sistema ecclesiale.

Quando le donne lottano per essere diaconesse, almeno lottano per un sacramento, ma quando le persone omosessuali vogliono una benedizione di una coppia, riconoscendosi indegne del sacramento dal matrimonio, in realtà chiedono alla chiesa una cosa che viene offerta a tutti e a tutto, e che non è un sacramento. La chiesa e il clero cattolici benedice tutto, letteralmente tutto: si benedicono le macchine e i cavalli, le pecore e le mucche, gli animali di ogni specie. Si benedicono le armi e tutto ciò che serve alla guerra. Si benedice il mangiare e il bere e senza le uova benedette di pasqua la vita cattolica da molte parti praticamente non avrebbe senso. Si benedicono le sedi dei partiti fascisti, xenofobi, omofobi e misogini, ovvero quelli pericolosi per la società. Si benedicono gli uffici dei deputati estremisti fondamentalisti, spesso aggiungendo l’esorcismo per schiacciare il demonio dei deputati della precedente legislatura che occupavano quei uffici e non erano neo-fascisti o semi-fascisiti. Si benedicono: ponti, autostrade, supermercati, teatri, cinema, scuole, asili, ospedali, ogni edificio pubblico e privato, che molte volte non può essere utilizzato dalla società prima d’essere stato benedetto da un prete o un vescovo cattolico, a cui anche si deve un’offerta del denaro pubblico. Nel mio paese, Polonia, esiste obbligo di ricevere la benedizione di casa ogni anno con la visita di controllo da parte del funzionario ecclesiale che raccoglie le importanti somme di denaro da queste visite; tutto viene minuziosamente registrato negli archivi degli uffici ecclesiali (presenti, assenti, domande inadeguate, critiche espresse, e soprattutto la quantità del denaro rilasciata al funzionario clericale), e sulla base di questa schedatura tipica dei sistemi totalitari dopo si possono negare funerali o sacramenti e chiedere le offerte supplementari o esercitare altre influenze sulle persone e sulla società. È la benedizione del controllo totale dell’esistenza. In Polonia si benedicono anche le fosse settiche, le fognature, le canalizzazioni o le strutture di scarica di rifiuti. Gli esempi sempre più sconvolgenti e assurdi si potrebbero moltiplicare.

Proprio per questo, se qualcuno mi chiede la benedizione, come cattolico, la offro anche e prego con questa persona e le chiedo di benedire anche me, nella forma di un buon augurio, di una benevolenza reciproca, ma le spiego anche a che cosa dovrebbe dare importanza nella fede cristiana. Teologicamente, conoscendo la prassi benedizionale della chiesa, che è un abuso teologico istituzionalizzato dalla chiesa, rifiuto dare l’importanza a questo tipo di mistificazioni di solito legate con un volontario, ma obbligatorio intercambio pecuniario. Nel cattolicesimo abbiamo già sufficiente lavoro teologico da fare riflettendo sui simboli specificamente cattolici, che sono i sacramenti. Le esasperate benedizioni sono la specialità delle persone e delle società, che donano importanza al magico e al ritualista. Molte di queste pratiche hanno le loro radici nei rituali pagani, che però non vengono qui vivificati e degnamente conservati come il nostro patrimonio umano, ma schiacciati e cancellati, ma in realtà venduti con un nuovo nome. L’odioso “spettacolo annuale” della benedizione delle “benedette” uova di pasqua ha queste radici. Molte società, specialmente orientali, come la polacca, danno più l’importanza popolare alle benedizioni, che alla fede matura, perché la chiesa efficacemente mantiene questa ignoranza nel popolo. Per loro quei riti “magici” stabiliscono l’appartenenza e la sottomissione al gruppo.

Non dovrebbe sorprendere pensare che il cristianesimo necessita una coscienza e una fede mature e non questo tipo di mistificazioni collettive fissate nei rituali. Perciò, le persone omosessuali cattoliche, se voglio che la Chiesa maturi umanamente ed evangelicamente, non dovrebbero in assoluto chiedere le benedizioni per le loro coppie. Non le necessitano e queste eventuali benedizioni (ora vietate a quei “peccatori” e soggetti di una “tendenza peccaminosa, oggettivamente malvagia”) sarebbero comunque uno strumento di una loro ulteriore umiliazione come credenti difettosi e inadeguati al matrimonio. Le persone omosessuali cattoliche hanno diritto al matrimonio sacramentale e questo devono esigere dalla chiesa urgentemente e chiaramente per via della disobbedienza morale all’unico reale peccato, quello strutturale della chiesa omofoba.

Le persone eterosessuali, invece, se fossero veramente credenti e radicalmente evangeliche, come Gesù voleva vedere i suoi seguaci, non dovrebbero accettare il matrimonio cattolico, quando questo è riservato solo a loro, calpestando con questa disciplina le persone omosessuali. Le persone eterosessuali cattoliche in segno di solidarietà con le persone omosessuali dovrebbe rifiutare apertamente il matrimonio cattolico, informando le autorità della chiesa del loro rifiuto, in quanto privilegia loro ed esclude e discrimina gli altri, non d’orientamento eterosessuale. Chi fa il matrimonio cattolico nella sua forma attuale, riservato agli eterosessuali, in realtà collabora nel sistema discriminatorio e persecutore in base all’orientamento sessuale. Collabora nella grave ingiustizia istituzionale. Collabora all’omofobia. Ci sono gli eroici casi delle coppie eterosessuali che in protesta a questa ingiusta esclusione non si sono sposate in chiesa. Ma finché questa coscienza non diventi più significativa, la “benedetta” omofobia della chiesa cattolica festeggerà le sue vittorie.

16.03.2021.

nella prima foto: il prete cattolico benedice la fossa settica.